Albarossa, 20 anni di passione - Colle Manora
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Albarossa, 20 anni di passione

Albarossa, 20 anni di passione

Sono trascorsi ormai 20 anni da quando a Colle Manora abbiamo deciso di impiantare le prime barbatelle di Albarossa, per produrre il nostro Ray

Per l’occasione, il nostro enologo Valter Piccinino è stato contattato dalla rivista Wine Meridian per un’intervista, di cui vi riportiamo un estratto:

    “Il profondo legame tra Albarossa e Colle Manora affonda le radici alla fine degli anni ’90, quando l’azienda fu introdotta a questa varietà unica grazie ad un incontro presso il Centro Sperimentale di Vitivinicolturadi Carpeneto, tra le colline dell’Alto Monferrato. In seguito ad alcune micro vinificazioni di diversi incroci, emerse il più apprezzato ed interessante, l’Albarossa“Da quel momento ha avuto inizio la produzione delle barbatelle, da lì è scattata la scintilla” sottolinea Valter Piccinino, enologo di Colle Manora.

“I primi impianti sono del 2003 e quest’anno festeggiamo i primi 20 anni di Albarossa. L’evoluzione è positiva perché il vigneto ora è nel pieno della maturità. In questi anni abbiamo dovuto farci le ossa, perché non avevamo dei parametri di riferimento o dei colleghi che l’avessero coltivata in precedenza. Questo fa dell’Albarossa un prodotto di nicchia, una “chicca”. La nostra particolarità, rispetto agli altri produttori, sta nella vinificazione. Dopo diverse vendemmie di studio e di alternative produttive, abbiamo deciso di non usare legno per l’affinamento ma esclusivamente acciaio. Una scelta legata alla volontà di far emergere l’identità e l’unicità di quest’uva”.

“È un vitigno da piantare in posizioni adeguate” prosegue Piccinino, “necessita di attenzione costante durante la stagione. In annate piovose, si difende molto bene dal marciume ma patisce sia i luoghi troppo freschi che quelli troppo soleggiati, dato che teme molto le scottature. L’acino è piccolo ed il grappolo molto compatto.”

Le caratteristiche distintive dell’Albarossa, frutto dell’incrocio tra la Barbera e il Nebbiolo di Dronero (conosciuto come Chatus, clone antico e diffuso tra Piemonte e Francia, in Alta Savoia fino all’Ardèche) si manifestano in un bouquet aromatico che unisce i frutti rossi di sottobosco con note pepate, un colore rosso-violaceo quasi impenetrabile e una struttura che sposa l’acidità, il corpo e il colore della Barbera con i tannini setosi e la capacità di invecchiamento del Nebbiolo.”

 

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